
Astral Social Club è uno dei progetti solisti di Neil Campbell, artista sperimentale inglese dai lunghi trascorsi underground: trent’anni e passa di onorata militanza passati a scandagliare le zone di confine tra elettronica, noise, psichedelia, drone, ambient e improvvisazione, e a costruire pezzetto su pezzetto una discografia sconfinata che al solo avvicinarglisi vengono le vertigini.
I Grumbling Fur sono un duo composto dagli artisti londinesi Daniel O’Sullivan e Alexander Tucker, artigiani di suoni psichedelici e krauti ai quali pure piace addentrarsi nelle suddette zone di confine, sperimentando paesaggi sonori con un occhio di riguardo verso la forma canzone, verso il pop.
Era quindi piuttosto logico, date le premesse, che i tre si incontrassero e facessero un disco insieme. Logico e oserei dire auspicabile. E il risultato della collaborazione ha dato all’auspicio una ragione piena e inoppugnabile, e a noi avidi ascoltatori un disco davvero memorabile.
È una musica densa e psichedelica, quella che troviamo in “Plasma Space Riftle”, un intreccio di livelli e sperimentazioni sonore di liquida intensità: l’ascolto, o meglio il passaggio attraverso gli strati di droni, melodie di piano, spruzzi chitarristici, occasionali interludi vocali, suoni ambientali e costruzioni elettroniche, assomiglia infatti più a un rinfrescante tuffo in acque verdi e cristalline che a qualsiasi altra cosa possiate metaforicamente accostargli.
Back to the Egg è un capolavoro kraut che si assesta in zona Harmonia con incredibile destrezza e personalità. È un placido costruire musicalità sul dolce infrangersi di onde. Three Years Apart è poesia ambient spezzata da riverberanti droni di chitarra, che seguono e vanno a perdersi, nella successiva Ozone Antifreeze Intelligence, su una dolce melodia di piano, portata ad altezze angeliche dalla linea vocale di Tucker e dai controcanti e dalle contro-chiacchiere degli altri due. La nuotata si conclude con Toejam Boxdrum, una lunga esplorazione di universi sonori elettronici che fa emergere, lentamente ma inesorabilmente, una base ritmica di rare oscurità e bellezza.
Finisce qui, ma si ha voglia di rimetterlo da capo, di scavarlo e apprezzarne i dettagli. Fatelo, senza indugi. Se poi volete completare il momento di estasi sonora, accompagnate questo rinfrescante tuffo all’ascolto del nuovo lavoro solista di Tucker, “Guild of the Asbestos Weaver”, la sua perla più bella.
Un pensiero riguardo “Astral Social Club and Grumbling Fur Time Machine Orchestra – Plasma Splice Trifle [Fairfax Station, 2019]”